2021 – RORE, FUCINA DI CAMPIONI – PAOLO E MANUELA, PROMESSE D’AMORE SUL COLLE MANZOL
L’edizione 2019 aveva portato con sé i nuovi record nelle edizioni a coppie ed a cronometro mentre resisteva pervicacemente quello individuale maschile stabilito dal Forestale Claudio Galeazzi nel 1991 percorrendo gli storici sentieri in 2.02’14”.
Il nuovo Comitato organizzatore, guidato nell’occasione da Andrea Airaudi, si pose l’obiettivo di creare le condizioni per fare misurare i Campioni di oggi con quelli di ieri allestendo la 43° edizione nella formula “Individuale con partenza in linea” dando, tra l’altro, soddisfazione alle numerose richieste in tal senso sollevate dal popolo dei fedeli della Tre Rifugi. Problemi logistici costrinsero, però, il Comitato ad allestire partenza ed arrivo presso il pur accogliente Rifugio Barbara facendo venire meno, con ciò, le condizioni tecniche per la caccia al record individuale.
Vinse, ca va sans dire, Martin Dematteis divenuto atleta di casa dopo il trionfo con il gemello Bernard nella precedente edizione. La sorpresa venne, però, in campo femminile con l’affermazione di Enrica Dematteis, cugina dei citati campioni.
E qui è doveroso un breve excursus sulla “genesi” dei Dematteis. E si perché Giacomino Dematteis appare 1° nella classifica di sci di fondo della Caminadabianca della Valle Varaita del 1982 davanti a campioni del calibro di Willy Bertin e Marco Olmo. Ma altri Dematteis occupano le prime posizioni delle competizioni sportive di quegli anni: Matteo, Luigi e quell’Andrea che partecipò alla Tre Rifugi nel 1981 a soli 16 anni! La stessa Anna Maria Fino, mamma degli attuali gemelli, è stata una forte atleta all’età dei vent’anni! Radici profonde saldamente piantate nell’Occitana Rore.
248 iscritti, 234 partenti, in un giorno feriale e di ferie, rappresentano altrettante emozioni e storie capaci di costruire ricordi che segneranno una vita, cosa peraltro già successa a Donato Gallo che ha portato al traguardo con passo ancora “andanceuse” 79 anni di età o a Gianni Benecchio che la Tre Rifugi l’ha corsa in 40 delle sue 43 edizioni ufficiali più 3 “apocrife” e sognata nei 4 anni di carestia.
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…e se il reporter fosse De Amicis… E si, occorrerebbe un nostrano Edmondo o meglio, l’inglese William o, ancora Dante a narrare come la sofferenza delle pendenze estreme del Colle Manzol possano portare a deliri onirici oppure trasformare l’apice della salita in un moderno balcone dove il principe dei quesiti “mi vuoi sposare?” trova una (scontata) risposta positiva favorita dal comparire di un anello e suggellata da un bacio che supera le barriere di protocollo e di sudore.
Paolo e Manuela si aggiungono a Romeo e Giulietta, a Paolo (l’altro) e Francesca, a Lancillotto e Ginevra ed altri amori consegnati alla Storia da fatti più tragici di una salita al Colle Manzol e, pertanto, non li si prenda ad esempio se non nella pena inflitta a Paolo e Francesca che furono condannati in eterno al “cerchio dei lussuriosi”.
I protagonisti della storia, che avrebbe dovuto rimanere riservata o, addirittura, segreta al netto della delazione di anonimi “amici” sono Manuela Serventi e Paolo Zanello.
La leggenda narra che Manuela nulla sapesse delle intenzioni di Paolo ma qualche dubbio lo nutrisse: pur essendo una edizione della Tre Rifugi per singoli atleti lui stranamente si attardava a contemplare creste e dirupi ed ammirare i rododendri in fiore. Pareva che il riscontro cronometrico, al di là dell’impossibile record, non avesse alcuna importanza e poi… quel continuo controllare la chiusura del marsupio quasi temesse di perdere qualche cosa…
Era stranamente gentile Paolo nell’ascesa verso il Colle Manzol: è pur vero che tra i due qualche tenerezza era trapelata e riconosciuta anche dai meno attenti cultori di gossip ma in fondo una Tre Rifugi individuale poteva comportare una separazione di 3, forse 4 ore ma poi la “routine” avrebbe ripreso il sopravvento con piena soddisfazione di entrambi.
L’arcano si rivelò non appena saliti, appaiati, il sacro Colle: il tempo di un respiro, un sorso d’acqua e un veloce giro d’orizzonte a contemplare il creato e poi Paolo dapprima si chinò e poi si inginocchiò quasi volesse allacciarsi le scarpe. Lo guardò incuriosita Manuela e lo vide indugiare con le mani nel marsupio. Poi lo sguardo di Paolo si alzò verso il suo viso e dal marsupio estrasse una scatoletta tanto minuscola quanto preziosa: un anello apparve agli occhi già adombrati di incipiente emozione.
Non è dato a sapere, per doverosa riservatezza, quali siano state domande e conseguenti risposte all’inusuale gesto: il sorriso dei due, giunti appaiati al traguardo, ed il bacio concesso in presenza del pubblico plaudente alla premiazione non lasciano, però, molti dubbi. Auguri Manuela e Paolo!
Carlo Degio