2014 – NASCE IL CIRCUITO DEI TRAIL OCCITANI – PAOLO BERT FA 12! – LORENA CASSE, DALL’ESORDIO ALLA VITTORIA, MENTORE GUPS
La Tre Rifugi, nella sua nuova viste, supera quota 300 nella partecipazione ma, soprattutto, ritorna all’attenzione dell’accresciuto e moderno popolo dei “Corridori del Cielo” che nulla ne sanno dei “Crin ‘d Puluc”, del nettare di Marco Morello, dei canti (P)intonati della Ciabota e delle notti insonni pregara ma sentono il richiamo di una gara che ricorre nei racconti, talvolta romanzati ed eccessivi, di padri e nonni nelle lunghe serate d’inverno.
La piazza di Bobbio Pellice ha sostituito la storica location del Pra e, per un giorno, la tranquilla località montana viene invasa, fin dalle prime luci dell’alba, dai colori delle Inutili Fatiche. In giornata poi, in attesa degli arrivi, sale a Bobbio il popolo dei tifosi armati di striscioni e campanacci ad applaudire il ritorno degli atleti senza troppe distinzioni tra i migliori ed i ritardatari. Appare anche un nuovo arco gonfiabile sgargiante nei colori. “I Run For Find The Cure” e la scritta che lo contraddistingue e fa riferimento ad una associazione di volontariato alla cui attività contribuirà la Tre Rifugi negli anni a venire.
Il desiderio di contrastare lo strapotere, nei numeri, delle gare Valdostane e Trentine spinge gli organizzatori di quest’angolo del Piemonte ad unire le forze. In fondo cosa hanno di meno le nostre vallate dal punto di vista ambientale, culturale e gastronomico? Nasce il Circuito Internazionale dei Trail Occitani, una decina di gare, tra le quali spicca proprio la Tre Rifugi nella sua nuova veste, raccolte in uno specifico calendario di promozione e sostegno reciproco.
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La Tre Rifugi in versione Ultratrail e Trail degli Alpeggi favorisce il ritorno in Valle di campioni provenienti da varie regioni italiane e dall’estero attratti dalla dote di punti ITRA, indispensabili per partecipare all’Ultra Trail du Mont Blanc: alla Scozzese Helen Bonsor, vincitrice nella edizione 2013, si aggiungono la Finlandese Noora Pinola ed ancora Ivanna Fedorak, Colette Cottet, Joan Maxim, Michele Evangelisti. Nomi nuovi ed altisonanti per il prestigio della Tre Rifugi ma a vincere nella fatica più lunga sarà per la dodicesima volta il campione indigeno (Bricherasio) Paolo Bert!
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Nomi nuovi per una gara tanto storica quanto antica in grado di dare prestigio ai partecipanti ben al di là del pure importante riscontro cronometrico. Il verbo della Tre Rifugi nuova versione aveva attraversato creste e valli ed era giunto alle orecchie o, forse più all’anima, di Alan “Gups” Menegon, geologo valsusino con la passione per le Inutili Fatiche, quelle dell’Atletica “leggera” ma anche di quella più “pesante” legata ai moderni Trail.
Fu nel corso di innocenti escursioni montane che l’occhio esperto di “Gups” notò in lei una certa predisposizione alla resistenza atletica con conseguente ardita proposta: perché non provi una gara di Trail in montagna? Potresti divertirti.
Destinataria della domanda Lorena Casse da Ulzio, reduce da un lungo “tour de force” legato agli studi universitari che l’aveva tenuta lontana da ambizioni agonistiche o anche semplicemente escursionistiche sulle accoglienti montagne.
Lorena non aveva dato peso alla proposta pensando che anche la sua risposta possibilista fosse caduta nel vuoto come un semplice “pour parler” volato via con il vento che soffiava forte sulle creste che contornavano il luogo del pronunciamento. Si dovette ricredere quando pochi giorni dopo si trovò iscritta al Trail degli Alpeggi, versione in tono minore della Tre Rifugi nel contempo cresciuta a dismisura fino a raggiungere i 55 km con 3800 metri di dislivello.
E va bene, gara di contorno di una decina di km, ideale per un esordio tranquillo. Lo stupore, insieme al timore, arrivò qualche giorno più tardi quando con disinteressata sufficienza fece visita al sito web che promuoveva la gara: 33 km e 2000 metri di dislivello erano le caratteristiche della Tre Rifugi “in tono minore”!
Due mesi giusti per la preparazione all’impresa con il dubbio, ancora irrisolto, se l’obiettivo vero fosse la propria soddisfazione o il desiderio di non deludere le speranze di “Gups”. Entrambe le motivazioni erano gratificanti ed allora via con gli allenamenti culminati con l’insonnia delle tre notti precedenti l’evento e la levataccia alle 5 del 14 luglio 2014 per raggiungere, in compagnia di “Gups” votato alla distanza più lunga, la semisconosciuta Bobbio Pellice.
Ad accogliere Lorena, tradendo le sue aspettative minimaliste, una piazza viva fin dalle prime ore del mattino con centinaia di atleti scalpitanti in attesa della partenza: la voce dello speaker dettava i tempi ma, soprattutto, raccontava fatti e personaggi che avevano fatto grande la Tre Rifugi. L’esordio in una corsa storica non l’aveva messo in conto e la prima reazione fu di timore riverenziale rimosso da un perentorio “perché no!”
Il viaggio ha inizio tra mille emozioni e la scoperta di luoghi che le sarebbero poi divenuti famigliari. Lungo il percorso incontra Ivan (Roasio, n.d.r.), perfetto sconosciuto fino a quel momento ma divenuto improvvisamente gradito compagno di viaggio. Discorsi filosofici soppiantano il “chi me lo ha fatto fare” e poi giù sull’ultima discesa fin che l’avvicinarsi della voce dello speaker segnala che l’impresa si sta per compiere.
Folla in piazza, bambini, musica, ghirlande, speaker oramai vaneggiante ed il nobile gesto di Ivan che l’aspetta e gli cede il passo per la “vittoria” ancorché la posizione di classifica sia… 11° donna. “Non avrei mai pensato che uno sport individuale potesse produrre tanta socialità e nuove amicizie: il compagno di fatiche Ivan e poi lui, l’immenso Paolo Bert”.
Il fascino e la storia della Tre Rifugi, pur nelle sue evoluzioni ed i suoi cambiamenti, è irresistibile e Lorena Casse fa ritorno al Trail degli Alpeggi l’anno successivo. Alan “Gups” Menegon ci aveva visto giusto, Lorena ritorna alla grande e nel 2015 conquisterà il gradino più prestigioso del podio della gara femminile. Una ulteriore partecipazione, con Raffaella Miravalle, nella edizione a coppie del 2019; un ritorno al tracciato classico per una sfida al record dei Campioni del passato.
È stata dura allontanarmi dalle corse questi ultimi 3 anni per i miei problemi seri di salute... Una parte di me rimane sempre a quella giornata, a quel Trail degli Alpeggi che, quel giorno, ha comunque segnato in meglio la mia vita.
Mi piace pensare che le scarpe che si consumano col tempo siano un pò come l'anima di ognuno di noi: col tempo si logora di sacrifici, dispiaceri, botte, perde grip per i cambi di percorso di vita... ma si segna di esperienze, viaggi, incontri e, soprattutto, di ricordi di passioni vissute da raccontare e in cui abbiamo creduto fino alla fine.”
Carlo Degio