2012 – TRE RIFUGI IN CAMMINO: DALLA MARCIA ALPINA ALL’ULTRATRAIL – BOBBIO PELLICE CAPUT MUNDI – MARCO BESSON CI (RI)METTE IL NASO!

Determinante fu la telefonata del 17 luglio 2011 con la quale Roby Boulard comunicava i danni da maltempo intervenuti sulle strutture del Pra e lo scampato pericolo relativo ai rischi connessi alla incolumità di atleti, autorità e spettatori. Il Comitato organizzatore si ritrovò, nel mese di dicembre dello stesso anno per assumere decisioni radicali in merito alla edizione 2012.

La cara vecchia Marcia Alpina appariva oramai come il ricordo legato a nostalgie passate e sui sentieri montani irrompeva prepotentemente il mondo (e la moda) dei Trail e Ultratrail. I tempi nei quali dominava la voglia di agonismo, tanto spettacolare quanto selettiva, erano soppiantati dalla voglia di misurarsi in modo più “soft” soprattutto con sé stessi vivendo maggiormente l’ambiente naturale che il correre per sentieri montani sa offrire.

La decisione fu unanime quanto radicale! Intoccabili i Tre Rifugi ed i Crin ‘d Puluc ma tutto il resto, per il bene della storica manifestazione, può essere innovato!

Nacquero così, il 18 dicembre 2011, il Trail degli Alpeggi di Km 30 e 2205 metri di dislivello e l’Ultra Trail Tre Rifugi che di km ne prevedeva 50 con 3818 metri di dislivello. Partenza ed arrivo, per entrambe le corse, sulla piazza principale di Bobbio Pellice. La nuova Tre Rifugi fece conoscenza con il Ponte di Napoleone, il Borgo dei Rostagni, il Vallone delle Biava, le Barricate, L’Alpe Crosenna, l’Alpe Bancet, il Col Cuntent, l’Alpe Giulian e lo storico sentiero del Glorioso rimpatrio Valdese. L’anima rimase sempre, però, lo storico tracciato della Tre Rifugi, Colle Manzol compreso.

A celebrarne la (ri)nascita la conferenza stampa presso il Teatro del Lavoro di Pinerolo con la presenza degli storici protagonisti della vecchia e cara Tre Rifugi, oramai soggetti alle ingiurie del tempo, tra i quali gli indimenticati Treves, Morello, Nicco e Calandri.

Il 15 luglio 2012, data dell’evento, accorsero 260 atleti (170 + 90) a festeggiare la novità organizzativa nella piazza Bobbiese tirata a lucido e presidiata da centinaia di tifosi orfani, non poi così tristi, della salita a piedi da Villanova al Prà.

Non sapevano che l’impresa fosse impossibile: è per questo che la fecero!” Questa citazione aprì il comunicato stampa finale al termine di una giornata davvero leggendaria!

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Chi più di Marco Besson poteva rappresentare al meglio la svolta radicale imposta alla Tre Rifugi? Perfetto Ultratrailer, appassionato di filosofia ed amante della natura compresi quei piccoli animali che molti di noi considerano repulsivi (meno “pucciosi”, dice lui) e che abitano sentieri e boschi montani. E’ uno dei 90 protagonisti della lunga danza sui sentieri della Ultra Trail Tre Rifugi 2012. Di seguito il suo racconto al quale non c’è nulla da aggiungere:

2012, la nuova veste della gara, sempre più lunga, incuriosisce e fa discutere. Incuriosisce anche la mia intenzione di provare, seppure con molti dubbi, il percorso lungo, io che avevo iniziato a correre quasi per caso un paio di anni prima dopo aver trascorso il periodo buono della giovinezza ben lontano dallo sport, figuriamoci dall’agonismo. E in una chiacchierata con gli amici della Croce Rossa un ragazzo se ne esce con una curiosa previsione: “la finisci, al massimo ti procuri qualche microtrauma ma la finisci”. Ovviamente non mi preoccupo più di tanto di questi paventati microtraumi.

Arriva il giorno fatidico, parto con l’intenzione di modulare la mia gara su quella di qualche atleta che so essere del mio livello con più esperienza di gare lunghe. L’amico Fabrizio Airaudo detto Bris potrebbe essere l’uomo giusto. Non corriamo assieme ma cerco di tenerlo nel mio campo visivo e per buona parte della lunga salita iniziale ci riesco. Poi nel primo tratto della discesa al Barbara succede l’imprevisto. Un piede messo male, un sasso instabile, un gesto scomposto per ripararmi da una folata di vento…non lo so, ma mi ritrovo a terra a faccia in giù. Rompo gli occhiali da sole e con questi mi feriscono proprio sopra al naso, in mezzo alle arcate sopraciliari. Mi rialzo zampillando sangue, la prima immagine che mi viene in mente guardando la mia maglia ricoperta di macchie è l’uccisione del maiale con i metodi cruenti di un tempo. Ma nonostante questo mi sembra di star bene, ho anche un ginocchio sbucciato ma non dolorante. Riparto con tutta calma e man mano le sensazioni positive aumentano.

Arrivato al Barbara mi presento ai miei colleghi volontari di Croce Rossa per farmi dare una sistemata, e qui si verifica qualcosa che chiunque vedendomi in quel momento avrebbe giudicato normale: il medico di servizio ha tutte le intenzioni di fermarmi. Io invece sono sinceramente sorpreso. Sono caduto, sono sporco, ma mi sento benissimo! Ne discutiamo – pacatamente - per un momento. Alla fine mi autorizza a ripartire. A due condizioni: che gli faccia avere notizie ai successivi controlli muniti di radio e che mi fermi non appena avverta qualcosa di strano. Rispetterò la prima consegna! Mi cambio la maglia (ne avevo una di riserva) e riparto.

Ovviamente non avevo ambizioni cronometriche neanche prima, ma adesso l’obbiettivo è proprio solo più arrivare. Ai ristori e controlli i volontari si prodigano per me, al Prà l’equipaggio di Croce Rossa mi ferma per alcuni minuti per darmi una sistemata più dignitosa, non sarà questa sosta a pregiudicare la mia posizione in classifica. A dire il vero qualcuno verso fine gara ha qualche riserva per il mio ginocchio comunque insanguinato, ma lo rassicuro dicendo che corso orami più di venti chilometri cosi… Poco prima dell’arrivo a Bobbio raggiungo proprio Bris, l’amico su cui volevo regolare la mia gara. Da un bel pezzo corre con Roberto – Bunny – Buniva, mi aggrego a loro. Il nostro arrivo a tre sarà apprezzato e applaudito nonostante siamo ben lontani dalle posizioni che contano!

A questo punto non mi resta che presentarmi al medico di servizio a Bobbio convinto di risolvere il tutto con una bella disinfettata finale…invece questi mi raccomanda di andare in pronto soccorso! Sulla fine ne rimedio 6 punti, che però non mi valgono la preiscrizione alla CCC per l’anno successivo!

Lavorando a contatto col pubblico il mio naso impacchettato sarà oggetto di interesse e curiosità nei giorni successivi, e di immancabili battute quando dico che mi sono fatto male con un paio di occhiali comprati in ferramenta e quindi antinfortunistici!”

 

A cura di Carlo Degio

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