2011 – PIOGGIA, TUONI E FULMINI SULLA TRANSFRONTALIERA – LA RIVALSA DI CLAUDIO GARNIER – UNA TELEFONATA INATTESA - DEBORA DEGIOVANNI: CHE RUMORE FA LA FELICITA’?
La Tre Rifugi Transfrontaliera piace. Piace ai 216 iscritti attratti dal nuovo format della gara in linea con i tempi moderni. Piace a tutti ma non a Zeus e a Giove Pluvio che in occasione della terza edizione sconfinante in Francia riversa sulla gara tuoni, fulmini e saette.
Facce oscure come il cielo alla partenza di Villanova tra i 157 partecipanti alla Sky Race con l’aggiunta di una grande preoccupazione tra i 59 aspiranti protagonisti della Sky Marathon che di km tra le vette ne conta 44. Il primo mattino pare concedere una tregua ma poi la realtà tiene fede alle nefaste previsioni con buona pace di atleti e volontari rassegnati ad una giornata meteorologicamente complicata.
In caso di persistente maltempo l’ordine del Comitato organizzatore era di interrompere per tutti l’avventura al transito al Jervis, ma è difficile fermare un treno in corsa e, salvo il ritiro di 3 atleti dotati del necessario buonsenso, un drappello di 45 superstiti ha proseguito imperterrito tra pioggia e fulmini che, specie sul canalino del Manzol, non rappresentavano un buon viatico per concludere in salute l’avventura.
La premiazione ha visto i superstiti stringersi sotto un inadeguato ancorché solido gazebo consegnando a Claudio Garnier il premio del vincitore della Sky Marathon con annessa soddisfazione di avere sopravanzato il favorito Paolo Bert. La lunga discesa a Villanova sotto il persistere della pioggia ha messo fine all’avventura sportiva. Al recupero delle strutture montate per l’occasione al Pra si sarebbe provveduto in settimana, con l’auspicato ritorno del sole.
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In un locale bibianese era riunito l’intero Comitato organizzatore la sera del 17 luglio 2011 a suggellare con una meritata cena la conclusione del faticoso compito portato a termine senza registrare vittime quando squillò il telefono di Claudio Vittone, il regista dell’opera appena conclusa. Dall’altra parte del telefono la voce allarmata di Roby Boulard, il gestore dell’ospitale Rifugio Jervis, comunicava che una ventata anomala, durante una fase di recrudescenza del maltempo, aveva fatto letteralmente volare la struttura provvisoria (dal peso di circa quattro quintali) ribaltandola nel cortile sottostante…
La preoccupazione per gli eventuali danni subiti dalla struttura fu mitigata dal caso che ciò fosse avvenuto alle ore 20 e non alle 15 quando vi stazionavano un centinaio di persone al riparo dal maltempo… e il pensiero di abbandonare, in futuro, il pure accogliente Jervis per “location” più adeguate ai tempi iniziò a farsi strada…
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Che rumore fa la felicità? Il quesito non è proprio originale ma appartiene, non in proprietà esclusiva, ad un “cantico” dei Negrita. In questo caso ad appropriarsene è stata Debora (senza acca) Degiovanni nel momento in cui è riuscita a portare a termine l’”Impresa” di concludere la sua prima (ed ultima) Tre Rifugi. Purtroppo per lei le è toccata in sorte la Tre Rifugi 2011, quella dei tuoni, fulmini e saette, nella versione Sky Race Transfrontaliera.
La passione per la montagna forse era nata quel capodanno 1991 nel quale la salita a vedere il sorgere del sole sulla vetta del Vandalino (sorto alle 8 e 10 minuti n.d.r.) sostituendo, con quell’ascesa notturna, lo scontato e noioso cenone con spumante baci e abbracci e trenino istituzionale o, forse ancora, assistendo alle Marcie Alpine di papà Enrico.
Ma… cosa è la passione per la montagna senza partecipare alla Tre Rifugi alla quale era stata presente per anni in qualità di spettatrice plaudente le gesta del padre? La riflessione è stata breve quanto la certezza della scelta: obiettivo la Tre Rifugi 2011!
Preparazione inesistente e conseguente partenza da zero, al mese di gennaio, sotto la guida degli esperti di famiglia ed un percorso di sette gare per mettere a punto il motore con prova generale, conclusa con successo, al Trail des Mervilles nella Francese Breil, lontana da occhi indiscreti. Poi, venne il giorno dell’evento ed il cielo si fece di piombo.
La caparbietà, si sa, è sostantivo femminile ed è stata questa a condurre Debora nella borgata di Villanova pronta alla partenza sotto la pioggia scrosciante e lo sguardo paternamente preoccupato di papà Enrico. Sarà stata l’emozione o l’adrenalina connessa alla competizione ma la pioggia non ha spento il sorriso dal volto di Debora. Un bicchiere di tè al Bivacco Soardi quattro chiacchiere con i volontari li presenti poi giù fino a raggiungere Valpreveyre e risalire il Colle Urina. Ad attenderla al Colle, sotto le intemperie e munito di (inutile) ombrello protettivo, lo sguardo compiaciuto del papà e poi neve e fango, tanto fango fino all’accogliente traguardo finale del Rifugio Jervis.
Che rumore fa la felicità? Non lo sa, Debora ma… “Questa giornata rimarrà indelebile…sulla carta…nella mente…nei ricordi!!”
Carlo Degio