1989 – SI CAMBIA: OLMO BATTE CAMUS IN 2.08.23 – IL SEGRETO DEI SECCHI D’ACQUA GELIDA - GIORGIO ROSTAN SI RACCONTA – IL GESTO NOBILE DI SANDRO ROSTAGNO
Da una parte gli atleti che avrebbero voluto parteciparvi e misurarsi senza vincoli ancorché di semplice fidanzamento a tempo (sperandolo inferiore alle mitiche 3 ore) e, dall’altra i seguaci del Maestro Luciano Monnet che sentenziava: “Individuale è una Corsa in Montagna, a coppie è la Tre Rifugi”! Prevalsero i primi e il 9 luglio 1989 la Tre Rifugi prese il via con 117 singoli atleti iscritti alla tenzone sportiva.
Risalì alla conca del Prà quel Marco Olmo che già aveva saggiato il terreno di gara negli anni precedenti per farsi un’idea di cosa fosse quella cosa della quale tutti parlavano. “Venne, Vide e Vinse” come da citazione dotta stampando un 2.08’23” di sfida a futuri campioni. La filosofia Olmiana basata sul fare affidamento soprattutto su se stessi si impose sul più socievole punto di vista di Albert Camus.
Dal Vangelo secondo Giorgio Rostan, pare che prima della partenza si fosse rovesciato sulle gambe alcune secchiate d’acqua, una sorta di crioterapia della quale prendere nota vista la fulgida carriera sportiva poi realizzata dal Campione di Robilante.
Giorgi Rostan, atleta multidisciplinare al quale va riconosciuto merito e coraggio: in presenza delle rigidità della Fidal che crearono non pochi problemi all’organizzazione delle Marce Alpine tradizionali tradotte in più docili Corse in Montagna avrebbe fondato, negli anni successivi, il Team Nuovi Traguardi che, aderendo alla Federation Sport at Altitudes (F.S.A.) del Camuno Marino Giacometti, ridiede legittimità a gare e campioni.
Il coraggio non mancò, a Giorgio, neppure nell’affrontare l’esordio alla Tre Rifugi proprio nella edizione 1998 su consiglio di Gino Long, dei compagni della Riv Skf, Società sportiva, e per gentile concessione della moglie, fresca sposa, che per l’evento limitò la luna di miele per compiacere il sogno dell’amato consorte.
Lo sport, lui, lo aveva già praticato partendo da quel gioco del calcio che essendo, appunto, un gioco risulta più attrattivo nella giovanissima età anche se le qualità non eccelse collocavano il nostro a difendere l’integrità territoriale tra i pali della porta. Però… nelle chiacchiere di Paese la gente mormorava che se non avevi fatto la Tre Rifugi non eri un atleta vero…
Sentì Gino Long, ascoltò consigli ed applicò tabelle pur di porre fine alle dicerie di paese! Purtroppo il periodo di preparazione coincideva con la luna di miele in Sardegna, patria della sposa, e per non trasformarla in luna di fiele Giorgio dovette, all’insaputa di Gino Long, concedere molte deroghe a ripetute e lunghi previsti dai sacri testi. Solo una muta di cani pastori sardi, non abruzzesi, lo costrinse a scatti e contro scatti nella calura del Sulcis ma la moglie, fresca sposa, lo capì o lo compatì (cancellare la voce che non interessa).
I piaceri della Luna di miele ebbero termine o almeno sospensione, il 7 luglio con la partenza del piroscafo che consegnò il nostro al porto di Genova 24 ore prima della prevista ed agognata impresa. Di lì il viaggio proseguì fino a casa in tempo per prelevare le nuovissime Torsion dell’Adidas che lo facevano apparire come atleta esperto e risalire la Val Pellice per la quiete notte prima dell’evento. Il destino comune degli illusi atleti che salivano al Pra il giorno precedente in cerca di un riposo notturno ristoratore e premessa di grandi imprese colpì anche Giorgio che ascoltò con interesse, pur senza esprimere preferenze, i canti degli avvinazzati che presidiavano il dehors della Ciabota.
Notte insonne, destino comune ma come si dice, fece buon viso a cattivo sonno ed iniziò pimpante la sua “prima”. Come un buon allievo segui i consigli di Gino e le orme di Ettore Long, esperto docente in materia di Inutili Fatiche, che lo condusse con passo adeguato fino al Rifugio Barbara con una prestazione da podio…lungo, però. Fu nel prosieguo del cammino che il sogno del podio si spense e si accesero, invece, i temuti crampi che lo costrinsero ad esercizi inconsueti, dai massaggi tibetani fino alla retro corsa o alla danza a gambe rigide sulla punta de piedi come un novello e rustico Nurejev. Tutto per un arrivo non all’altezza dei sogni e della fame di gloria: 3.24’10”, 83° posto appena davanti al corridore – cronista ed amico P.C. Morero.
Nelle visioni del dopo gara gli parve di sentire che il vincitore, Marco Olmo, sarebbe tornato alla natia Robilante a piedi: non stava bene, Giorgio, non stava niente bene!
Ci tornò più preparato in futuro a rivendicare la meritata gloria anche se… l’attitudine ai crampi non lo ha mai abbandonato, neppure nella edizione del quarantennale realizzata al fianco del figlio Jean Samuel al compimento del 18° anno di età.
Ad accompagnare Giorgio in quella Tre Rifugi ci fu anche Sandro Rostagno, ottimo atleta di Prarostino scomparso da qualche anno, oramai. Di Sandro si deve raccontare un aneddoto, postumo, che gli rende onore come uomo, oltre che come atleta.
Sandro Rostagno amava il suo territorio, Prarostino appunto, e fu l’ideatore ed organizzatore di una delle prime gare di lunga durata (oggi definite ultra Trail) con partenza ed arrivo al suo Paese: la 7 Comuni, così chiamata proprio perché toccava i sette Comuni confinanti. Gara organizzata con la grande passione che caratterizza le belle persone.
Accorsero molti atleti a premiare lo sforzo organizzativo di Sandro ed i parcheggi “ufficiali” risultarono inadeguati ad accogliere il numero inatteso di atleti. Nel corso della gara il solerte tutore dell’ordine pubblico locale del tempo provvide a multare tutte le auto “fuori regola” scansando le ventate di “buon senso” che pure transitavano in altura in quella giornata.
Sandro ne fu amareggiato: si scusò con gli interessati, raccolse tutte le multe e provvide personalmente a pagarle. La 7 Comuni di Prarostino e di Sandro Rstagno finì con quella edizione.
Carlo Degio