1988 – LA CRISI DEL 17° ANNO – FRANCO MASSEL E FERRUCCIO UGHETTO: CHIAMATELE, SE VOLETE, EMOZIONI.
Con notevole ritardo rispetto alle crisi di coppia del 7° anno (o del 7° giorno ma quella dovrebbe essere, se ricordo bene, la crisi della Chiesa Avventista) anche la Tre Rifugi si interroga sul futuro e lo fa a partire dal numero di coppie salite al Pra il 10 luglio 1988: 57 coppie prevalentemente di vallata con l’eccezione degli affezionati atleti alessandrini del Sai Frecce Bianche.
Anche nelle prime due edizioni le coppie in gara erano rispettivamente 44 e 55 ma si trattava delle edizioni di esordio e, comunque, gli atleti provenivano dalla vicina Francia e dalle migliori compagini di specialità dell’alta Italia.
La stancante ascesa a piedi, le incomprensibili rigidità della Fidal che ha posto 12 coppie fuori classifica perché “non tesserati” e impedito la partecipazione degli atleti fuori Regione, la particolare formula delle partenze a coppie ed a cronometro e, in ultimo, il cambio generazionale rispetto agli atleti che hanno dato vita alle edizioni degli anni ’70 sono i fattori che il Comitato Organizzatore, anch’esso in fase di stanca, prenderà in considerazione per rigenerare la storica manifestazione nel prossimo futuro.
A dire addio alla Tre Rifugi, a partire dalla edizione 1988, Franco Massel, atleta che esordì nella edizione 1974 con il compagno di squadra Ferruccio Ughetto. Classe 1942 vive i suoi ricordi sportivi nella sua casa di Pramollo (Ruata) dove sono salito a fargli visita.
La risalita del Vallone di Risagliardo porta con sé una rapida dissolvenza rispetto alla frenesia della più conosciuta Valle Chisone dalla quale deriva all’altezza di San Germano. In basso scheletri di antiche industrie riciclati in nuove attività operative ed il denso traffico veicolare segno di presunta modernità; Il viaggio è lungo ma la lingua d’asfalto che sale si immerge subito nel verde e aggredisce dolcemente le pendenze ostili. Piccoli borghi interrompono rocce e boschi e poi… quel sentiero per il Tichoun dove vennero trucidati 7 Resistenti l’11 novembre del 1944.
La meta è un piccolo gruppo di case dove la socialità tra umani è ancora un valore ed alcuni indigeni, o meglio, indigene la esercitano, senza “device” di supporto, al tepore di questo anomalo inverno. La Frittole di Troisi e Benigni? No! Ruata di Pramollo e, cosa oramai inusuale, sono accolto con un sorriso anche se…l’è pà di nosti!
Un breve sentiero mi conduce alla residenza di Franco ed alla sua vista la clessidra del tempo si è ribaltata. Sono entrato in casa per avere qualche aneddoto curioso che riguardasse le sue partecipazioni alle Tre Rifugi e ne sono uscito arricchito di umanità e storia che emana dai confusi ricordi che abitano la mente degli atleti quando è arrivata l’ora di raccontare di epiche battaglie ai nipoti.
Tra un caffè e… “ca pia co na pasta” sono emersi vaghi ricordi di quel 1976 di pioggia neve e fango e la consueta auto bloccata nell’ascesa del Colle Barant ma gli occhi di Franco brillavano nel ricordare il titolo di Campione Italiano Uisp 1990 e raccontare di quel Gruppo Sportivo Riv Skf che fu protagonista anche sui sentieri dell’alta Val Pellice. Ad aiutarci a ricordare Ferruccio Ughetto, compagno di avventura nella Tre Rifugi d’esordio ed ancora oggi atleta in (ridotta) attività agonistica.
Ferruccio esibiva storiche classifiche, in versione originale, e la mente di Franco viaggiava nel tempo a ripercorrere antichi passi. Ancora una volta, anche se solo con la mente, i due sono transitati sui Colli Manzol e Barant… senza fatica, però, come nei pensieri che precedono il sonno del dopo gara.
Poi sono sopraggiunti i ricordi dei compagni di avventura: dal cronista – atleta Pier Cesare Morero ai valligiani Bruno Zucchi, Riccardo Canonico, Sandro Mallica e Carlo Marino ma, soprattutto, al Pramollini Long intesi come Maria, Gino (Allenatore), Gianni ed Ettore e quel Pierino Peyrot, atleta e Maestro di sci. I ricordi sono partiti dal Trofeo Scarpone Alpino di Fenestrelle (Staffetta a tre) dei primi anni ’70 per approdare inevitabilmente al Colle dell’Azarà, luogo di transito di una storica gara di Marcia Alpina (puntualmente il 15 di agosto di ogni anno) evoluta nella moderna ed attuale LazaRun.
Mi è parso bello il lavoro che sto facendo anche se questa volta l’ironia rimane in secondo piano: rincontrare i protagonisti di mille battaglie e vedere brillare i loro occhi di ricordi conditi di stupore per essere ancora considerati autori di epiche battaglie sui sentieri alpini. E’ apparsa, al vero qua e là, anche qualche vena di malinconia che prontamente abbiamo annegato in un mare di dissacranti risate!
Scendendo il Vallone di Risagliardo, pensavo alle passioni che abitano e danno senso alla vita sia al tempo della pratica agonistica che al tempo dei ricordi. Nessun aneddoto da raccontare o forse troppi, oramai confusi dalle ingiurie del tempo, ma il viaggio non è stato vano. Vedere l’orgoglio colorare lo sguardo di Franco e di Ferruccio semplicemente per “esserci stati” sui sentieri della Tre Rifugi è stata la grande ricompensa di un pomeriggio trascorso ad ingannare, con infinita leggerezza, il tempo andato. Chiamatele, se volete, emozioni!
Carlo Degio