1980: LA TRE RIFUGI IN PELLICOLA - LUNGA E DIRITTA CORREVA LA STRADA… LA “PRIMA” DI ENRICO DEGIOVANNI –- P.C. MORERO: DI CORSA E DI PENNA
La pellicola 8 mm, un lusso per il tempo, prese a filmare qualche minuto prima della partenza dal Rifugio Barbara il 13 luglio 1980. Ad azionarla Nino Danna e Marco Debettini con l’obiettivo di rendere immortale la Tre Rifugi ed i suoi protagonisti. Si divisero i compiti i due “registi”: a Nino fu affidato quello di riprendere il “parterre” di partenze ed arrivi mentre a Marco toccò percorrere i sentieri prestando maggiore attenzione alla cinepresa da mano più che al cronometro da polso.
Ne uscì una splendida testimonianza di fatiche (inutili), di neve (in quel tempo) e di festa (immancabile) di quella che aveva oramai assunto la fama della Regina delle Marce Alpine. Il Cai Uget Val Pellice la custodì come una reliquia inserendola, in tempi recenti, nel DVD “La Taglia” del quale si tornerà a parlare, in futuro.
Nei mesi invernali che precedettero la Tre Rifugi 1980 nella piana cavourese dove insisteva, per via della Rocca, una Società usa anche alla Marcia Alpina (Atletica Cavour n.d.r.), si ingannava il tempo, in attesa della stagione agonistica di specialità (agosto – settembre) frequentando i prati per le campestri e il bitume per la maratona: una all’anno e non di più, era la raccomandazione del tecnico di turno! E che sarà mai correre 42,195 km sulle noiose strade asfaltate senza neppure un cavalcavia di dislivello? La sfida tra i compagni di squadra era il motore che permetteva di affrontare i lunghi allenamenti in pieno periodo invernale. Tutto sarebbe tornato utile, nei mesi futuri, per affrontare le asperità delle montagne con obiettivo il Colle Manzol.
E così, nel freddo gennaio 1980 prese il via la “tabella” di preparazione. Si sa quanto nello sport amatoriale le sfide tra amici siano determinanti per affrontare e vincere la fatica: fu così anche in quella occasione causa l’accendersi di una sana competizione che vide protagonisti il dottore Salvatore Gallo ed Enrico Degiovanni. La fama della contesa travalicò i confini della Rocca cavourese e fu fatta propria da un cantore di storie sportive che, utilizzando una nota canzone del tempo, mise in rima quanto avvenne il giorno della gara a Ferrara ed in specifico a Vigarano Mainarda:
Lunga e diritta correva la strada, la gamba un poco doleva… Trenta chilometri eran passati, vicino a me sorrideva.
Gallo il dottore correva al mio fianco, la mia andatura teneva… Tra un po’ vedrà come sono preparato, come lo lascio in un fiato.
Tento un allungo ma non ce la faccio: vai pure tu Gallinaccio… Certo tu ridi e te ne vai senza affanno,
senza pensare al mio danno.
Vorrei sapere a che cosa è servito correre, sudare e soffrire… Spendere tutto quel tempo ad allenarmi
se presto ho dovuto fermarmi.
Certo pensavo di essere migliore e battere anche il Dottore… Tre ore e mezza era il mio obiettivo: GRAZIE SE SONO ANCORA VIVO! (Seguiva, a concludere, adeguato giro armonico).
Tre ore e mezza era anche l’obiettivo che si era dato Enrico per portare a termine la sua prima Tre Rifugi, proprio nel 1980. Atleta a tutto tondo ha portato il suo fisico possente a conoscere diverse specialità sportive quali lo Sci di Fondo, lo Sci Alpinismo, il Ciclismo e la Marcia Alpina con risultati sorprendenti.
Per trovare l’indispensabile compagno di avventure non dovette andare lontano avendo, in famiglia, almeno 4 soluzioni utili alla bisogna e la scelta cadde su Luigi, ancora Degiovanni. Ad attendere Enrico non c’erano più i lunghi rettilinei bituminosi e il gesto ripetitivo e finanche noioso del correre la pianura: nonostante il fisico robusto danzò sulle prime asperità del Colle delle Capre e poi su fino al ristoro Arbance. Il temuto Colle Manzol lo accolse e acclamò quando era passata poco più di un’ora dalla partenza e quello fu il segnale che, se non in funzione della maratona, per la Tre Rifugi i sacrifici dei “lunghi” invernali erano serviti. Un saluto doveroso ai Crin ‘d Puluc e poi via verso un inaspettato 3.09’44” conclusivo che collocò i fratelli, Enrico e Luigi, in 51° posizione sulle 117 coppie in gara (3 femminili). Più avanti, nel 1993, Enrico fu capace di portare al traguardo i suoi novanta (90) kg in 2.36’49”!
Dal sacro testo di “30 Tre Rifugi” si scopre che il cognome più ricorrente alla Tre Rifugi, fino alla 30° edizione, è stato proprio “Degiovanni” nei nomi di Carlo, Enrico, Guido, Luigi ed Ugo. Per quanto riguarda la presenza esclusiva di fratelli e sorelle invece è imbattibile la famiglia “Benecchio” (Ferruccio, Franco, Gianni, Marcella e Sergio).
L’edizione 1980 vide anche l’esordio, in compagnia di Enrico Laurenti, del narratore delle Inutili Fatiche del secolo andato: Pier Cesare Morero. Raccontò con penna sapiente ed appassionata le gesta di Campioni e Comprimari. Non sempre le sue accattivanti cronache trovavano adeguata ospitalità sulle pagine del sommo settimanale locale causa la presunta marginalità della disciplina e lo strabordante interesse per lo sport pedatorio. Nonostante ciò, Pier Cesare Morero, fino a che le forze lo hanno accompagnato, non ha mai smesso di correre e scrivere di Atletica e Marcia Alpina.
Carlo Degio