A FUOCO IL JERVIS - LA 3R MIGRA AL BARBARA MA LE INUTILI FATICHE NON CAMBIANO – L’ESORDIO DI DANIELE CATALIN
Il fuoco riscaldava il Rifugio Willy Jervis il 30 dicembre 1976: trascorso il Natale il gestore Bruno Gallino provvedeva a mantenere adeguata la temperatura della struttura in vista del fine anno per gli appassionati di montagna ed amanti di un Capodanno alternativo.
La legna, secca e resinosa, bruciava scoppiettante nel camino ma il fuoco non si accontentava di limitare la sua presenza nel ristretto spazio della stufa e prese a correre sempre più su per il camino. Le fiamme furono evidenti agli occhi degli ospiti intenti a godersi la giornata invernale nella solitudine della Conca del Pra. L’intervento di Bruno fu immediato: in pochi minuti il principio di incendio fu domato e fu lo stesso gestore a darne notizia al Cai Uget Valpellice, proprietario della struttura, nel corso di una telefonata programmata in tempi ante cellulari ed internet.
Tutto parve sotto controllo al momento: l’incendio dei camini non era cosa rara ai tempi e l’intervento di spegnimento era stato tempestivo se non ché… alcune scintille accese erano cadute nei pressi del deposito della legna collocata davanti alla canna fumaria. Di lì si sviluppò l’incendio che distrusse completamente il Rifugio costruito, ovviamente, con abbondanza di legno. Vano fu, questa volta, l’intervento tempestivo di Bruno a fronte della dimensione dell’incendio: al secondo appuntamento telefonico di giornata (no cellulari né Internet) diede l’allarme ma i soccorsi, cui parteciparono anche i finanzieri di Bobbio Pellice (l’atleta Vogrig tra questi), non poterono che constatare la distruzione della struttura.
Ritornò in vita il Rifugio Willy Jervis nel novembre 1979. Bruno Gallino trasferì le sue competenze nella gestione del Rifugio Barbara ed al Jervis prese il via l’avventura gestionale di Roby Boulard.
Le ripercussioni sulla Tre Rifugi furono inevitabili causa l’impossibilità di utilizzare il Jervis ed il Cai Uget Val Pellice decise per trasferire baracca e burattini (nessun riferimento agli atleti, ne!): stesso tracciato anche se la partenza dal Rifugio Barbara Lowrie, in precedenza sede di ristoro a circa metà percorso, rendeva appena più dolce l’ascesa al Manzol e trasformava in un Calvario il sottovalutato Barant che dopo la baldanza della corsa nella piana del Pra fustigava i garretti degli atleti già provati dalle Manzoliane pendenze. Si pensò anche al ricollocamento della data spostando la competizione a luglio nella speranza di mettere fine al maltempo fine agostano che aveva caratterizzato le ultime due edizioni.
Furono 63 le coppie che sognarono di partecipare ma 4 di queste ci ripensarono ed alla partenza, a cronometro, se ne presentarono 59 viziate dall’accesso al Rifugio Barbara su “comoda” strada provinciale ed asfaltata! La liturgia della estrazione dell’ordine di partenza perse parte del suo fascino causa la scarsa presenza di pubblico (e coppie) salite alla vigilia: ne ombre cinesi e neppure canti avvinazzati allietarono la serata dei tendisti accampati ed il sonno prese, con facilità, il sopravvento.
L’alba di una nuova era atletica per l’intera Val Pellice stava, però, per materializzarsi il 17 luglio 1977: in Valle, oltre alle storiche Società di Atletica istituzionale, in testa il 3S Luserna di Mini Merletti, era operante una compagine che guardava più all’atletica “sauvage” dei sentieri e dei boschi: la Maison du Sport di Renato Boiero. Da quella compagine prese il via la carriera sportiva, in allora solo agonistica di Daniele Catalin, destinato a divenire, fino ai tempi attuali, la colonna portante dell’Atletica di Valle!
Qualche esperienza nella disciplina della Corsa l’aveva già maturata ma senza uscite ufficiali se non quella particolare sfida aziendale che contrapponeva i dipendenti dei vari reparti Caffarel, rigorosamente fuori orario di lavoro: una sorta di Coppa Cobram di Fantozziana memoria.
L’esordio nello sport delle Inutili Fatiche avvenne proprio nel 1977 e lo scenario non poteva essere migliore: la Tre Rifugi. Salì al mattino sulla “comoda strada” che percorre la Valle dei Carbonieri con l’ambizioso obiettivo di concludere la gara in 3 ore e 30 minuti, obiettivo basato sulla attenta valutazione di coppie e tempi delle edizioni precedenti. Come compagno di avventura scelse il conterraneo Ugo Charbonnier, compagno di squadra, collega aziendale ed avversario nella citata Coppa Cobram modello Caffarel.
L’inesperienza dei due, peraltro partiti con numero altissimo e, conseguentemente, senza tanti punti di riferimento, si manifestò particolarmente sulla salita finale del Colle Barant: le precedenti (inutili) fatiche avevano compromesso la lucidità degli esordienti compagni di avventura che salirono buona parte del colle seguendo la strada sterrata in luogo del (molto) più breve sentiero. I “brunsec” nascondevano le classiche frecce gialle ed all’orizzonte non c’erano altre schiene piegate dalla fatica da seguire! I nostri rinsavirono quando, oramai, la casermetta del Barant era alle viste e di lì la lunga discesa finale li portò comunque a rispettare l’obiettivo dato: 3.30’21” e 35° posizione.
Le qualità atletiche di Daniele trovarono più realistica dimostrazione nel 2.48’52” ottenuto nel 1979 con lo stesso compagno di avventura: 14 secondi in più nel 1980 ma la strada era tracciata: nello stesso anno nacque la Polisportiva Villarese sotto la guida di Daniele divenuto Dirigente sportivo, Organizzatore, Allenatore ed ancora oggi il motore trainante della attività di Atletica in Val Pellice, sia quella più istituzionale di strada, pista e campestri che quella più “sauvage” dei sentieri montani.
Carlo Degio