E così…il topolino ha partorito la montagna ovvero: un piccolo monte, la Rocca di Cavour, è stata lo scenario di una rappresentazione sportiva grandiosa che ha colorato la serata di mercoledì 3 luglio con le policrome maglie di 195 amanti delle “salite al tramonto” che hanno concluso la loro particolare “novena” comprendente 9 prove distribuite nel corso di altrettante settimane sui sentieri montani di quest’angolo del Piemonte.
Dynafit Vertical Sunsets il titolo della “creatura” di Omar Riccardi targata UISP che ha prodotto sport di alta qualità ma, soprattutto, convivialità e socializzazione.
A nulla è valsa la consapevolezza di trovarsi alla partenza in una piazza (Piazza San Lorenzo) densa di riferimenti culturali e religiosi: dalla chiesa parrocchiale con annesso oratorio alla Casaforte Acaja-Racconigi dove venne firmato, nel 1561, il primo atto di libertà religiosa ovvero la Pace di Cavour tra i Savoia ed i Valdesi; e ancora la fontana (falso) romana che evoca il paganesimo e la struttura che fu il Cottolengo femminile, luogo di accoglienza, nel secolo scorso, delle donne meno fortunate.
Niente: gli occhi e la mente dei protagonisti erano concentrati solo su quei 1900 metri di lunghezza che dividevano la partenza, all’ombra del campanile, dall’arrivo sulla vetta della Rocca dove la storia precedentemente evocata avrebbe ancora altro da segnalare. Ben 200 i metri di dislivello da superare nonostante la stessa “montagna cavourese” sia alta solo 160 metri ma la creatività degli organizzatori, targati Podistica Valle Infernotto, ha prodotto il miracolo.
I sentieri della Rocca profumano ancora delle gesta dei campioni che li si disputarono il Campionato Italiano nel 1987 ma ieri hanno regalato una serata spettacolare a tutti esaltando le gesta sportive dei nuovi appassionati della specialità. Un immenso Lorenzo Becchio (Atletica Pinerolo) ha conquistato la vittoria nella gara maschile raggiungendo il Pilone della vetta in 9’43”. Crono strepitoso ma che paga 6 secondi rispetto al record dell’inossidabile Paolo Bert. Il portacolori della Podistica Valle Infernotto impiega 9’50” a salire ed il crono gli assegna la seconda posizione. Per Andrea Barale (Roata Chiusani) un secondo in più lo colloca sul terzo gradino del podio. Però…è bello parlare del quarto perché li sta il futuro: Mattia Peyrot (cognome evocativo nel campo dello sport di qualità) è un giovane del 2001 e veste i colori del GS Pomaretto ’80. Ne sentiremo parlare!
Il crono femminile è un po’ più alto (per quanto ancora?) e premia la salita di una atleta “metropolitana”: Gianfranca Attene (Cus Torino – 12’14”) rappresenta il consenso che lo sport in natura sta ottenendo anche fuori delle “riserve” montane e questo è indubbiamente un arricchimento non solo sportivo. Se si parla di giovani e del GS Pomaretto ’80 sale alla ribalta, ed un po’ sorprende, la seconda posizione di Fabiana Valente (13’01”), nata nel 2003 e classe da vendere per un brillante futuro. Valentina Picca, neo accasata alla Atletica Saluzzo, conclude in 13’20 salendo sul terzo gradino del podio.
Però la Crono Rocca cavourese è stata molto di più: la festa finale nei locali dell’oratorio dove sono stati assegnati i premi ha dimostrato come lo sport può essere veicolo di socializzazione ed amicizia. Un’apoteosi con un velo di malinconia generata da un dubbio per il futuro: come sopravvivere i prossimi mercoledì estivi senza una salita al tramonto?
Classifiche sul sito www.podisticavalleinfernotto.it
Ampio servizio fotografico sul sito www.wildemotions.it