La fortuna aiuta gli audaci? Affermazione del pensiero debole che non tiene conto che l’audacia di coraggiosi organizzatori talvolta viene sepolta dall’imponderabilità meteorologica.
La fortuna del meteo favorevole crea una bella giornata ma se non ci fosse l’immane lavoro organizzativo resterebbe tale senza tradursi in una straripante giornata di sport.
E se il meteo, come le persone, bisogna prenderlo com’è, l’audacia degli organizzatori va costruita.
Su questo terreno hanno dato piena dimostrazione di efficienza le numerose Associazioni e liberi volontari che hanno operativamente realizzato la più importante iniziativa di carattere sportivo ed ambientale messa in campo dal Parco del Monviso confermando una felice intuizione nata, nel 2013, sotto il regno del Parco del Po Cuneese.
La concorrenza era forte, nella domenica 28 agosto 2016, data prescelta per il rito del Tour Monviso Trail: a Chamonix era in pieno svolgimento la celebrazione dell’U.T.M.B. nelle sue varie formule, a Susa i cosidetti “Master” si sono contesi il “titolo mondiale” di specialità e c’era chi temeva che il Monviso ne fosse penalizzato.
“Lui”, il re di Pietra, ci ha messo del suo con il vestito buono della festa e ben 508 (562 gli iscritti) appassionati hanno danzato al suo cospetto nelle tre formule previste:
235 sul classico giro “del” Monviso (Trail), 153 nel tracciato più breve che del Monviso ha sentito il respiro (Race) e 120 appassionati di cammino sul rivoluzionato percorso Walk.
Come di consueto tanta partecipazione regionale ma grande presenza di atleti dalle regioni alpine includendo tra queste anche la marina liguria che ha condotto a Crissolo una foltissima delegazione.
Non sono mancati gli stranieri a caccia di punti (3) indispensabili per la partecipazione futura alla U.T.M.B.: Francia, Svizzera, Belgio, Lituania, Germania presenti. Presente anche la Danimarca con due atleti attardati alla partenza per mancato adeguamento dei loro orologi alla italiana ora legale….
La cronaca sportiva di giornate come quella vissuta a Crissolo è complessa perché nella filosofia dello sport in versione “Finischer” ognuno porta a casa una propria vittoria ed un pieno di emozioni inenarrabile dalla penna (oggi divenuta tastiera) del cronista. Allora ci si ferma alla “superficie” del fatto sportivo raccontando le gesta dei migliori che con le loro imprese incidono la memoria della “gente” e le pagine dell’Albo d’Oro.
Ed a Crissolo Paolo Bert ha scritto l’ennesima pagina del suo libro (oramai una enciclopedia) di celebrato campione.
A 38 anni suonati appena qualche giorno fa il “Diavolo Bert”, denominazione coerente con l’emblema della sua società sportiva Podistica Valle Infernotto, vive una delle migliori stagioni agonistiche da sempre e, dopo avere demolito di oltre 10 minuti il record della ossolana sky race La Veia domenica 21, ieri ha trionfato sulla distanza piena (43,3 Km e 3045 mt di dislivello +) con un tempo inimmaginabile dagli “umani”: 4.35.40. Non che sia stata una sorpresa la sua vittoria: lui, che ha Crissolo ci trascorre le ferie, quando al mattino esce per quattro passi sale il Monviso e torna per colazione. In gran parte previsto il trionfo, dunque, ma non che riuscisse a rosicchiare circa 5 minuti al record del percorso, peraltro già di sua proprieta!
Dal veneto è venuta a rendere onore al Monviso la protagonista femminile: Silvia Serafini.
Prova superlativa, la sua, su sentieri sconosciuti per lei. Lo scorso anno la protagonista fu la “locale” Daniela Bonnet e ieri Silvia è andata molto vicina al tempo realizzato dalla forte atleta Angrognina: 6.06.55, due minuti appena sopra il record femminile del percorso.
Paride Cavallone si è cimentato sulle difficoltà tecniche più contenute della “Race”: 23,3 km e 1834 mt di dislivello. Alfiere di una recente formazione sportiva, la Apple Run del cavourese Isoardi, nata, peraltro sui pianeggianti percorsi che circondano la Rocca di Cavour, rappresenta un nome nuovo ed una gradita novità nel panorama dei faticatori di montagna. Il suo tempo finale di 2.51.27, circa 7 minuti dal record del tracciato, rappresenta un ottimo inizio di carriera tra i tecnici sentieri dei monti.
Graditissima sorpresa nella versione femminile sulla stessa distanza. Non che “lei” non fosse abituata ai successi sportivi: componente della nazionale italiana e vincitrice di titoli nazionali di specialità al punto tale che l’agonismo era divenuto persino troppo ingombrante con conseguente quinquennale stop agonistico. Solo che la specialità era “altra” come non poteva che essere per una Pralina, intesa come abitante di Prali (To) e non come un dolce confetto: lo sci di fondo.
Il suo rientro nello sport meno esasperato l’ha vista arrancare per qualche mese alla ricerca dei giusti stimoli e ieri il primo successo di una nuova carriera: Elisa Grill, nella vita poliziotta e nello sport rinata protagonista: il crono è beneaugurante: il suo 3.22.58 affossa letteralmente il 3.46.41 sulla stessa distanza realizzato dalla Arrigoni nella edizione 2015.
Come vuole lo “Spirito Trail” in queste manifestazioni ognuno è vincitore in proprio e lo è stato anche il Parco del Monviso, che con la collaborazione tecnica della Podistica Valle Infernotto ha realizzato la manifestazione. L’obiettivo principale era la promozione del territorio Mab Unesco che circonda il Monviso e sicuramente, da ieri, il Re di Pietra ha qualche amico in più.
Carlo Degiovanni