Il progetto era partito sulle ali dell’entusiasmo ancorché, causa soprattutto l’indisponibilità di Pontechianale, occorresse riprogettare il tutto prevedendo l’innovativa partenza ed arrivo a Crissolo in alta Valle Po.
La data, come già scritto, era definita nella domenica 1 settembre rispettando la fine della stagione turistica ed anticipando la “sacra” fiera di San Chiaffredo.
Il tracciato, descritto al precedente “racconto”, prevedeva il transito in terra francese essendo impossibile effettuare in giro del Monviso (in forma escursionistico / sportiva) senza superare la frontiera. A tale fine il Parco del Po Cuneese, titolare della manifestazione sportiva, aveva provveduto in tempo a chiedere (ed ottenere) l’autorizzazione al transito da parte del francese Parco del Queyras. D’altra parte gli stessi sentieri sono percorsi da migliaia di escursionisti ogni anno…
Tutto chiaro, scontato ed organizzato, dunque, senonché nei primi giorni del mese di Giugno, a organizzazione ampliamente avanzata, giunse una missiva dalla terra francese a nome della “Réserve Naturelle Nationale de Ristolas” contenente una convocazione nella sede della Réserve per il giorno 8 Giugno con l’obiettivo di valutare l’impatto ambientale del transito della manifestazione sul territorio di loro esclusiva competenza pur essendo inserito nel più territoriale Parco del Queyras.
A me, direttore di gara e momentaneamente impegnato in una vacanza in terra sarda, giunse una telefonata “ufficiosa” che mi annunciava l’infausto esito della riunione francese: le autorità non autorizzavano il transito del Tour Monviso Trail nel tratto di loro competenza (Passo Traversette – Passo di Vallanta)! Tradotto in termini reali: il Tour, così come progettato, non si può fare! Giunse poi anche la telefonata ufficiale dell’ovviamente preoccupatissimo Direttore del Parco del Po Cuneese sorpreso dal cambio di opinione dopo l’assenso del Parco del Queyaras…
La motivazione ufficiale fu il non avere ancora previsto (l’Ente francese) un dispositivo di regolamentazione delle manifestazioni sportive sul proprio territorio ma appariva chiaro che la risposta formale era una “copertura” ad un diniego che partiva da altre motivazioni. E’ interessante raccontarle, queste ultime, attingendo ai fondati ricordi dei presenti all’assise…
La convocazione non riguardava solo il Tour Monviso Trail ma anche la “Iron Bike” che intendeva transitare, nella edizione 2013, sullo stesso territorio in senso opposto con mountain bike, moto di servizio ed elicottero per le riprese e l’assistenza. Fu questa manifestazione a creare i problemi di natura ambientale che portarono al diniego che, per non creare “figli e figliastri”, venne esteso anche ad entrambe le manifestazioni! Conseguentemente, l’Iron Bike deviò dal Rifugio Vallanta verso il Passo San Chiaffredo ecc… mentre per il Tour Monviso Trail fu completamente stravolto nella sua essenza ovvero effettuare il Giro del Monviso!
“Che fare?” In questo caso non si tratta della celebre opera politica di Lenin di inizio ‘900 ma del quesito che assalì il Comitato organizzatore a fronte del diniego francese! La tentazione di fare cadere il progetto fu grande; furono analizzate anche idee piuttosto ardite se non impraticabili al fine di realizzare ugualmente la manifestazione del tipo “invece del Passo Traversette saliamo direttamente il Passo Due Dita…”. Superato lo sconforto iniziale prese consistenza una idea originale: trasformare il Giro “del” Monviso nel Giro “nel” Monviso! Un tracciato che mantenesse le difficoltà tecniche ma che si sviluppasse interamente sul versante italiano.
Nacque così un percorso spettacolare sotto lo sguardo costante del Monviso: partenza ed arrivo sempre a Crissolo ma, dal Pian del Re salita al Rifugio Giacoletti, transito al Rifugio Quintino Sella, Passo San Chiaffredo, Rifugio Bagnour, Vallone dei Duc, Passo Calatà e transito al Rifugio Alpetto. Distanza e dislivello invariati ma quel Passo Calatà quante sofferenze avrebbe prodotto Domenica 1 settembre, la data individuata per la ripresa…
Carlo Degiovanni